^Back To Top

Pubblicazioni

 

Alessandro Masi
Un’arte per lo stato. Dalla nascita della Metafisica alla Legge del 2% 
Marotta & Marotta Editori, Napoli 1991
Pagine 395

E’ ancora lecito chiedersi se sia mai esistito uno stile dell’arte fascista? Se una sigla, un codice, un lessico specifico sia stato in grado, da solo, di interpretare le istanze reali, le vere aspirazioni, insomma, tutte quelle che furono le tensioni morali e politiche della storia di quei giorni? Ha un senso, dunque, porre tali interrogativi alla luce di quanto in questi ultimi anni si è venuto scrivendo o reinterpretando in sede storica o più squisitamente artistica, sulla base di quanta ulteriore luce si sia venuta facendo su uomini e fatti che segnarono profondamente quell’ epoca?
Questo libro, attraverso i documenti, prova a rispondere e a dare una prima sistemazione storica a queste ed altre domande, cercando di analizzare quanto l’arte del ventennio produsse in termini di ufficialità e monumentalità e distinguendo ciò che non di Stato ma per lo Stato venne prodotto e realizzato.

 

Alessandro Masi
Di tutto un Pop. Aspetti dell'arte figurativa in Italia negli anni Sessanta 
AXA Edizioni d'arte, Roma 1994
Pagine 131

Questo libro è destinato a tutti coloro che, non credendo la pittura un’accidentale forma di espressione soggetta ai luoghi e al tempo, intendono riaprire un dialogo sulla vitalità della ricerca d’avanguardia in Italia ripartendo dalle cause prime e dalle spinte che ne motivarono la nascita. Infatti, secondo una parzialità motivata, l’autore individua alcuni fra i tanti nomi che a partire dal 1960 vennero proponendosi come elementi di punta del sistema dell’arte in Italia e il cui lavoro è interpretabile in un’ottica di direzionalità plurima e riccamente fertile di sviluppi futuri. Attraverso undici ritratti Alessandro Masi riordina alcune idee su quelli che furono, e ancora sono, gli spunti di una analisi semantica del linguaggio – pittura in ordine ad un percorso storico che parte dalla fine degli anni Cinquanta e arriva fino ad oggi.

 

Alessandro Masi
Jekyll, Hyde e lo strano caso dell'arte contemporanea. Annotazioni iconografiche sulla schizofrenia 
Luca Sossella Editore, Roma 2006
Pagine 85

Cercherò di far indossare i panni del dottor Jekyll e del signor Hyde anche a chi legge, chiedendo indirettamente al lettore quante volte abbia avvertito, come l'artista, la necessità di rivivere improvvisamente con altro volto e in altro luogo per dar sfogo a quell'ansia di rivolta che segretamente cova nei confronti del mondo. 
Farò ricorso a uno dei miti più antichi, quello di Perseo e Medusa, che più di ogni altro si adatta a chiarire il concetto di questo principio di dualità.

Perseo, con passo alato e grazie al suo scudo usato come specchio riflesso negli occhi della Medusa, riuscì a sconfiggere il mostro e riportarne via la testa mozza quale macabro trofeo. Perseo come Hyde, stanco e combattuto dalla crudele realtà – Medusa nel mito come Jekyll nel romanzo – sfida e vince il duello con essa grazie a un inganno: lo scudo che rispecchia gli occhi della Gorgone pietrificandola e la pozione chimica che trasforma la noiosa vita del dottore. 

 

 

 

Alessandro Masi
Emilio Vedova: 1935 – 1950. Gli anni giovanili
Edimond, Città di Castello 2007
Pagine 147

"Quando ero ragazzino...andavo sempre in piazza S. Marco, in piazzetta, a sorvegliare i pittori, a raccogliere la pulitura delle loro tavolozze raschiata con la paletta: più interessanti quindi quelli che lavoravano con molta materia...invidiavo a scuola quelli che facevano quei bei disegni, inquadrati, puliti...c'era un tipo 'Brunelleschi' bravissimo...io invece mi agitavo sporcavo, segnavo forte, una volta uno 'scugnizzo' con delle zampone. Di fronte alla mia finestra, la calle stretta tre metri, vedevo tutto...era là un pittore con un'amante, facevo bene bene, al fuisan, tutto disciplinato, facevo storie sacre, chilometriche, probabilmente per conventi...la donne che era con lui, emozionata mi passava i disegni da vedere, e con mia madre io guardavo questi cartoni, stupito, cominciai anch'io con scene religiose, acquerello con petrolio, da segrete informazioni avute dal figlio dello signora che ospitava il pittore..."

 

Alessandro Masi
Storia dell'arte italiana 1909-1942
Edimond, Città di Castello 2007
Pagine 352

Attraverso un’analisi storico-bibliografica dettagliata e approfondita, l’Autore in questo saggio ripercorre le principali trasformazioni sociali e politiche che hanno coinvolto il nostro Paese dal 1909 al 1942 e fornisce un ritratto dei protagonisti che hanno segnato la storia della prima metà del Novecento, con particolare riferimento al contesto artistico e intellettuale: i rapporti letterari del Futurismo con la cultura italiana ed europea a cavallo tra i due secoli, la crisi delle Avanguardie e la ‘rivoluzione’ di Giorgio de Chirico, l’arte del Ventennio fascista, la nuova corrente dell’arte italiana del Gruppo Novecento, il valore dell’arte e la politica urbana del fascismo, i percorsi storici e le interpretazioni analitiche del pensiero di Giuseppe Bottai sino alla polemica tra classicismo e modernità, tra Bottai e Piacentini, tra la rivista «Primato» e «Civiltà» di cui resterà una lontana eco per chi, di lì a poco, si sarebbe apprestato a compiere scelte e mutamenti di indirizzo che avrebbero condotto l’Italia ad una nuova era.

 

Alessandro Masi (a cura di)
L’occhio del critico. Storia dell’arte in Italia tra Otto e Novecento.
Vallecchi, Firenze 2009
Pagine 251

La vita dei più grandi storici dell’arte italiana dell’Otto e Novecento, i loro studi e i loro scritti sono raccontati – e qui raccolti in volume – dai maggiori studiosi contemporanei del settore. Ne deriva un percorso affascinante sulla linea della moderna interpretazione delle fonti artistiche e dei testi critici, in cui ogni singola tappa è tracciata il più delle volte direttamente dal curatore dell’Opera omnia e dell’archivio personale dello studioso in oggetto.
I disegni di Cavalcaselle composti a memoria su taccuini, le fotografie di Adolfo Venturi come inequivocabile «testo a fronte», il concetto di «critica d’arte» introdotto dal figlio Lionello. E poi la prosa letteraria di Longhi, l’interpretazione soggettiva di Argan: ognuno di questi “ritratti a parole” è composto come un magnifico quadro rivelatore, che soltanto mani tanto esperte quanto quelle del soggetto rappresentato avrebbero potuto tracciare in maniera così partecipata e spontanea, originale e profonda al tempo stesso.
Ogni saggio, ogni personalissimo sguardo, viene in realtà gettato da una comune angolatura prospettica, dalla quale si riesce a scorgere, finalmente, il lato inedito e tutt’altro che scontato dell’esperto d’arte moderno.

 

Alessandro Masi
Zig zag. Il romanzo futurista 
Il Saggiatore, Milano 1995 (nuova edizione 2009)
Pagine 441

In marcia, da Milano a Parigi, e giù, a perdifiato di nuovo in Italia, a Firenze. Con la pubblicazione del "Manifesto" di Marinetti su "Le Figaro", all'alba del Novecento, i futuristi aprirono gli argini al fluire libero delle arti. Ne sgorgarono tele con vortici colorati, linee continue e spezzate, fiabeschi abiti teatrali, sculture imponenti di specchi e suoni. Il fragore delle parole inondò anche la pagina bianca: lettere enormi e piccolissime, corsive o tonde dettero vita a fantasie e scenari dalle dimensioni ultrareali, dominati da forze sconosciute. Non solo poesia e paroliberismo, anche narrativa, che fu strumento di creatività, per la ricerca e la sperimentazione di nuove forme di linguaggio. Per dar voce al romanzo, a torto ritenuto genere minore, Alessandro Masi ha affondato le mani nella stagione più esplosiva della letteratura italiana, scegliendo otto autori, rappresentanti degli stili espressi dall'avanguardia futurista. "Zig Zag", qui riproposto con una nuova introduzione, è uno scorcio originale della prosa futurista che, dalle prime prove d'inizio secolo, passando per la "seconda stagione" fiorentina, arriva oltre la metà degli anni trenta con la forma dell'’aeroscrittura’. Una raccolta eterogenea, come eterogenee furono le invenzioni di uno dei più straordinari movimenti culturali del secolo scorso.

 

Alessandro Masi - C. Barbato
Aspetti del futurismo in Italia e in Sardegna
Edizioni Aracne, Roma 2011
Pagine 180

A debita distanza dalle iniziative che hanno celebrato il Futurismo un secolo dopo la sua nascita (1909-2009), questa raccolta di scritti, rivolta in particolare ai giovani studenti di storia dell'arte contemporanea, fornisce alcuni utili strumenti per comprendere la straordinaria portata dell'azione che Marinetti e compagni svolsero per il rinnovamento della cultura italiana. Prima e unica avanguardia nazionale, investendo ogni settore della creatività e attraverso abili strategie di propaganda e di comunicazione, il grido futurista si è diffuso per oltre un trentennio. Con un sogno ultimo: ricostruire l'Universo, Sardegna compresa. Presentazione di Massimo Arcangeli; contributi di Alessandra Cuccu, Miranda Mucelli, Andrea Sale.

 

Alessandro Masi 
Burri. Graphein. L’opera grafica
Edimond, Città di Castello 2011
Pagine 183

«…Nell’idea di grafica che Burri sviluppa a partire da subito, segno e spazio sono le due componenti essenziali alle quali si aggiungerà successivamente anche l’incomodo della materia. L’idea primaria è sempre quella del giunto ottico che aggancia ogni parte dell’opera in un unico sistema di relazioni meccaniche, equilibrate e nello stesso tempo asimmetriche. Il dominio del bianco e del nero non ha quasi mai nulla a che vedere con la vocazione bicolore della grafica, ma ne sostanzia solo l’ossatura grammaticale»

 

Alessandro Masi
Paese che vai, italiano che trovi
Edilazio, Roma 2012
Pagine 396

L’italiano in prospettiva internazionale. Dall’Argentina alla Cina, dalla Russia agli Stati Uniti, da Cuba alla Repubblica Ceca, dall’Egitto al Messico: dove, come e perché viene studiata la nostra lingua nel mondo, attraverso la radiografia culturale ma anche economica di 21 Paesi nel loro rapporto con l’Italia, dal passato ai giorni nostri. «Da Francesco Petrarca a Ugo Foscolo diffondevamo nel mondo l’italiano prima che l’Italia esistesse sulla carta geografica. Perché il nostro idioma è un luogo dell’anima, il megafono del nostro intelletto e della nostra storia. L’italiano non fu mai – come il francese prima e l’inglese poi – lo strumento delle diplomazie, nemmeno quando prestavamo denaro a mezzo mondo ed eravamo una sorta di agenzia di rating delle monarchie europee, ma la fonte principale per abbeverarsi alla cultura umanistica sì. Nel Novecento la nostra bella lingua ha continuato a proliferare e a popolare il mondo grazie all’emigrazione, a milioni di persone andate in cerca di fortuna in ogni angolo del globo tenendosi aggrappate alle proprie tradizioni, alle parole apprese dalla madre, pur nelle mille sfumature delle regioni d’origine. (…) l’Italia continuerà a giocare un ruolo importante nel mondo e nell’economia globale quanto più riuscirà a valorizzare la sua storia e la sua cultura difendendo la propria lingua».

 

 

 



 

Copyright © 2013. SoSassy  Rights Reserved.